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Lavoro, rallentano le assunzioni in Trentino. Grosselli: "Ad aprile sono scese del 7.6%, in calo le occupazioni stabili anche tra i giovani. Campanelli d'allarme"

Si riducono le assunzioni e corrono più veloci le cessazioni, il saldo occupazionale dunque è negativo. E’ particolarmente significativa la contrazione dell’occupazione stabile

Di GF - 07 luglio 2024 - 21:23

TRENTO. Nei primi quattro mesi di quest'anno, da gennaio ad aprile, il numero di nuovi occupati si è ridotto del 2% rispetto al 2023. A registrare un rallentamento dell'occuazione trentina è il report dell'Agenzia del Lavoro.

 
Ad aprile le assunzioni sono scese del 7.6% secondo il report  pari a 900 unità. Il calo più marcato riguarda i pubblici esercizi. “Preoccupa il calo del lavoro stabile, anche tra i giovani” è il commento che arriva dal segretario della Cgil, Andrea Grosselli. 

 

E' l'industria in senso stretto ad avere un ridimensionamento di numero di occupati. Si perdono in quattro mesi 465 nuovi contratti, pari al -10.7%. Anche nei servizi alle imprese il calo è significativo e raggiunge nei primi quattro mesi dell’anno il -4,7%.

 

I contratti a tempo indeterminato  sono in calo del 4.4% tra gennaio e aprile, dell’apprendistato, dunque, occupazione stabile per i giovani del -14.3% e le trasformazioni dei contratti temporanei a tempo indeterminato del -13.8%.

 

La Cgil parla di un “campanello di allarme” da non sottovalutare. “Se è vero che il mercato del lavoro trentino tiene e il livello di disoccupazione è contenuto, è altrettanto vero che ci sono dei segnali di preoccupazione. Cogliamo in particolare il rallentamento dell’industria – spiega Ianeselli - che si conferma di mese in mese, e anche il calo del lavoro stabile. Dunque oltre ad un problema di numeri abbiamo un problema di qualità dell’occupazione che si lega a filo doppio con un problema di retribuzioni. Il lavoro cala nei settori dove è remunerato meglio e aumenta il lavoro precario, per definizione meno pagato”.

 

Il segretario insiste sulla necessità cambiare le politiche industriali e le misure di sostegno alle imprese. “Fino a quando si continueranno a finanziare alla stessa maniera e senza una vera selettività imprese che aumentano il proprio valore aggiunto grazie allo sviluppo di nuovi processi e nuove tecnologie e imprese che hanno scarsi investimenti e bassa propensione all'innovazione, finché si privilegeranno i contributi verso le micro imprese, finché si sprecheranno 80 milioni di euro l'anno in sgravi Irap a pioggia, il nostro tessuto economico non recupererà produttività rischiando di diventare marginale rispetto allo sviluppo del sistema industriale europeo. Ne consegue che, come ormai abbiamo appreso a tutti i tavoli di confronto, le retribuzioni difficilmente aumenteranno il proprio potere d'acquisto come nel nord Europa e si continuerà a non attrarre manodopera qualificata, alimentando un circolo vizioso che imbriglia la crescita del Trentino”, conclude Grosselli.

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